Si può vivere senza la tecnologia? Sembra una domanda banale, ma, a pensarci bene chi, nel mondo occidentale come in buona parte di quello orientale, è veramente in grado di separarsi dai propri pc, smartphone e tablet, con cui si connette al web, controlla le mail, gestisce i propri profili sui social network e interagisce scambiandosi foto, video e opinioni? A prescindere dalla fascia d’età e dal ceto sociale, tutti dipendono dagli strumenti tecnologici per buona parte della quotidianità. Quello che ci si chiede è se effettivamente la nostra vita sia migliorata nel concreto: siamo costantemente in contatto con gli altri, ma questo, anziché aumentare la nostra socialità, porta più di qualcuno ad isolarsi dal mondo fisico immergendosi completamente in quello digitale. Ci destreggiamo senza problemi tra desktop, telefono, tablet e wearable technology, catturando ogni dettaglio della nostra vita, senza nemmeno pensarci, in modo oramai automatico. In verità, pensare di vivere nel 2014 senza la comodità e l’immediatezza che ci offrono le nuove tecnologie digitali non ha molto senso. Essa fa parte delle nostre vite, è una componente fondamentale del progresso e pensare di ostacolarla non sarà certamente di aiuto: pensiamo soltanto che, quando nel lontano 1986 debuttò il Nintendo Entertainment System, fu l’avvento dei videogiochi e, nonostante la fervida opposizione di molti genitori all’idea di vedere i propri figli diventare sedentari per giocare con la famosa console, nulla impedì ai ragazzi di tutto il mondo di giocarci e di far diventare questa una delle forme di intrattenimento più utilizzate. E, ancora, se si dovesse seguire la linea anti progresso, allora bisognerebbe privarsi anche della lavatrice, del televisore e del frigorifero. Forse, in un mondo sempre connesso, per “ritrovare i valori di un tempo” basterebbe osservare con vaglio critico quanto e come impieghiamo la tecnologia durante le nostre giornate, facendo attenzione agli abusi e cercando di darci dei limiti. Certo, trovare il giusto compromesso è sicuramente più difficile della messa al bando totale, ma, se non possiamo vivere senza la tecnologia, forse potremmo vivere bene anche senza abusarne.