L’alfabetizzazione in chiave 2.0 insieme all’esordio della cultura tecnologica ha generato quello che potremmo definire “pronto soccorso digitale”, un modo utile e consapevole di impiegare le tecnologie e scoprire come possano cambiare in meglio il nostro modo di vivere. La digitalizzazione si mette al servizio della salute: Internet, smartphone, tablet, app, dispositivi intelligenti, social network possono anche insegnarci come salvare una vita, fornendo, in modo aperto e gratuito, una cultura del primo soccorso che sta via via diffondendosi in modo sempre più capillare. Ma non solo, anche l’uso sapiente delle tecnologie più avanzate può rendere tempestivo un intervento indispensabile: in Olanda, infatti, si è dato il via alla sperimentazione che vede protagonista i droni, gli unici in grado di portare a chiunque, entro un raggio di distanza di 12 chilometri quadrati, e in meno di un minuto, un defibrillatore automatico. Le tecnologie sono destinate a rendere il primo soccorso sempre più imminente anche grazie alla wearable technology, i dispositivi indossabili che, di per se stessi, vantano al loro interno strumenti per rilevare i parametri vitali e che, come tali, possono essere utili al primo soccorso. Il punto cruciale è quello di formare le nuove generazioni ad avere un buon rapporto con le tecnologie digitali, trasmettendo l’importanza di un giusto approccio verso le opportunità positive dell’innovazione. Proprio a questo fine, è stato presentato al Miur un progetto per portare nelle scuole una piattaforma di autoaddestramento a distanza, dotando le scuole di appostiti software e dispositivi indossabili, come Oculus, che proietta chi lo indossa direttamente nella scena dell’emergenza, e Kineckt, che registra i movimenti per poi inoltrarli a un software che analizza la correttezza delle manovre effettuate. Anche sul versante delle app non mancano interessanti proposte, e le più utili sfruttano la geolocalizzazione, portando un reale valore aggiunto alla tempestività dell’intervento: tra le tante, WhereAreu permette di effettuare una chiamata di emergenza e inviare la posizione esatta del chiamante alla Centrale Nue della Regione Lombardia. Verrà invece sperimentata ad Arezzo iRescue, app per smartphone che consente la ricezione di una notifica qualora qualcuno nelle vicinanze abbia bisogno di aiuto, indicando, oltre al luogo dell’emergenza, la più vicina postazione con defibrillatore. Se per molti anni si è spesso demonizzato il digitale evidenziandone i rischi ed i risvolti negativi, adesso finalmente si sperimenta il lato più positivo dell’innovazione tecnologica!