imageLa figura della mitologia greca e romana di Enea, archetipo dell’uomo obbediente agli dèi e umile di fronte alla loro volontà, avrà sicuramente ispirato l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (detto appunto ENEA), ente pubblico italiano attivo nei settori dell’energia, dell’ambiente e delle nuove tecnologie a supporto delle politiche di competitività e di sviluppo sostenibile, che ha messo a punto una metodologia pensata ad hoc per il recupero di oro e argento dai rifiuti high-tech (RAEE), quali possono essere vecchi computer o telefoni cellulari. Il motivo per il quale questi “rifiuti preziosi” sono considerabili vere è proprie miniere d’oro sta nella loro composizione: combinati con leghe di materiali preziosi, come oro, argento, piombo, rame, stagno, il problema del loro scarto ha scomodato nientemeno che l’ONU, anche e soprattutto per il fatto che, di sovente, questi rifiuti vengono trasferiti nei paesi del terzo mondo. Una nuova e maggior consapevolezza dall’importanza dei RAEE, fonte di approvvigionamento di materiali particolarmente necessari al nostro Paese, che non dispone di ingenti risorse minerarie, ha posto le basi della metodologia dell’Enea, che usa un processo idrometallurgico quasi a temperatura ambiente con limitate emissioni in atmosfera per l’estrazione dei materiali preziosi,grazie a Romeo (Recovery of metals by hydrOmetallurgy). Presso il centro Enea Casaccia, vicino Roma, è già in costruzione un impianto sperimentale per condurre delle campagne dimostrative, progettato in maniera modulare per poter essere usato anche per lo sviluppo e l’ottimizzazione di tecnologie di processo utili al trattamento di materiali di altro tipo, come le lampade a fluorescenza esauste o i monitor LCD. Detto questo, ci penseremo due volte prima di gettare nell’immondizia i nostri vecchi device!

raee_