Come dice Brian Arthur, “la Tecnologia sta diventando organica mentre la Natura sta diventando tecnologica”, e questa evoluzione, così particolare, diversa da quella che ci viene insegnata sui banchi di scuola, è senz’altro dovuta all’interazione uomo-macchina, due entità fisiche che inevitabilmente si influenzano reciprocamente. In questa prospettiva di interazione tra uomo e tecnologia, c’è quella che si chiama co-evoluzione uomo-macchina, in cui elementi come evoluzione biologica, socio-culturale e tecnologica vanno di pari passo. L’evoluzione della tecnologia digitale si sta dirigendo verso il paradigma dell’integrazione ed interazione tra biologico e tecnologico, il cosiddetto biorganic computing, in cui i computer saranno così diffusi e integrati nell’ambiente che formeranno una sorta di ‘secondo’ scheletro. Non per niente, infatti, la tecnologia è stata da sempre il mezzo utilizzato dall’uomo per supplire alle sue carenze fisiche e mentali e quindi è il prolungamento dei nostri sensi, un’estensione del nostro corpo, delle nostre capacità fisiche e psichiche, che permette la percezione di una realtà aumentata. L’uomo nel corso della storia si è progressivamente artificializzato e arricchito di strumenti tecnologici, e, ad oggi, si prevede un nuovo scenario di evoluzione verso un Homo technologicus, sempre più adattato alla nuova ambientazione tecnologica. La generazione successiva agli anni ’80 è considerata il primo esempio di uomo con i primi innesti di tecnologie digitali attorno a sé, per cui l’Homo technologicus si può dire intrinsecamente collegato alle tecnologie digitali. Tra queste ultime, il telecomando, il mouse e il telefono cellulare, strumenti che portano a una gestione diversa di tutta l’informazione. Ma dove e come arriverà l’uomo, tra mille anni, “cavalcando” l’evoluzione? Questo cambiamento radicale dell’uomo tecnologico avverrà in un’era dell’evoluzione uomo-macchina chiamata Era simbiotica, datata tra il 2020 e il 2050; l’era del corpo protesico e della realtà aumentata, il tempo in cui i computer ‘parleranno la nostra lingua’, che ci porterà ad una successiva evoluzione tecnologica, che chiameremo cyber-organica, in cui l’uomo, oltre a disporre di smart objects, avrà questi stessi strumenti nei vestiti e all’interno del proprio corpo, come i computer indossabili ed i RFID (Radio Frequency IDentification) sotto pelle.