imageNon rappresenta certo una novità affermare che smartphone e tablet hanno cambiato rapidamente non solo il modo in cui le persone comunicano, ma anche le loro abitudini. Lo smartphone ha letteralmente sostituito diversi oggetti di uso quotidiano, dalla fotocamera – il 25% utilizza solo i device mobili per scattare fotografie – all’orologio, abolito da una buona fetta di consumatori. Ma non è tutto: dopo aver mandato in pensione i classici cellulari e i vecchi personal computer, gli smartphone collezionano un’altra vittima illustre delle abitudini giornaliere degli italiani: la sveglia, sostituita dal suono del device, sempre acceso ormai anche di notte. Tutto questo senza contare il pensionamento (discutibile) di libri e giornali quotidiani avuto per effetto della massiccia distribuzione di Kindle e-reader e iBooks. Chi ha avuto la fortuna di vivere nell’era antecedente al 2.0, si ricorderà anche di dizionari linguistici tascabili, scanner, dispositivi GPS, cartine stradali, block-notes, registratore, radio e la cara, vecchia lista della spesa hand made. In verità ci sono anche servizi come lo sportello bancario, prossimo al pensionamento grazie a app come USAA che permette di effettuare versamenti con scatti) oppure oggetti che non godranno di lunga vita come scontrini (soppiantabili tramite ricevute EZ), televisore (grazie ai canali in streaming, uno su tutti YouTube) e il classico biglietto da visita (presentabile tramite CardCloud). Guardando avanti, vi è una probabilità concreta e non troppo lontana che i nostri dispositivi mobili diventino il fulcro delle nostre vite, tecnologiche e non.

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