Da Berlino alla Silicon Valley la parola è una sola: smartwatch. Esaurito l’evento tecnologico più importante d’Europa, l’IFA 2014, e terminata la presentazione dei nuovi prodotti Apple, sembrerebbe proprio che sia giunta l’era degli orologi intelligenti in grado di connettersi con il nostro smartphone. Assodato che, oramai, la tecnologia investe ogni aspetto della nostra vita quotidiana, facendoci ritenere come indispensabile ciascuno dei device che ogni giorni utilizziamo, è sicuramente la wearable technology a farla da padrone, e, in particolare, sono gli smartwatch a rappresentare il futuro della tecnologia indossabile, la quale vede impiegati nel settore colossi quali Samsung, Google, LG, Motorola, Asus, Sony e, da ultima, l’azienda Apple, che giusto ieri ha presentato al mondo il suo iWatch, all’interno del quale, secondo le parole di Tim Cook, ci sarebbe un vero e proprio “mini iPhone”. Dal design semplice ed elegante, lo schermo rettangolare ed il profilo leggermente curvo sono uniti da un vetro in zaffiro stondato sui lati. Le app installate, messe a disposizione dell’utente alla schermata home, permettono di comandare o di ricevere notifiche, con in più la possibilità di eseguire comandi vocali da impartire come si fa con Siri su iPhone, così come la galleria fotografica e le mappe, utilizzabili come su un iPhone con gesture di swipe e pinch to zoom. Tra le tante funzioni che l’orologio della mela è in grado di offrire, vi è la possibilità di comandare la Apple TV, a fotocamera dell’iPhone o fungere da walkie talkie. Per la ricarica della batteria viene fornito un apposito accessorio che si appoggia sul retro del dispositivo, senza necessità di contatti elettrici. È senza dubbio l’era del wearable, e l’impatto sociale sta già prendendo piede. Ma cosa ne sarà del tradizionale acquisto di un orologio, ancorato a valori umani, oltre che espressione del proprio stile?