Negli ultimi mesi abbiamo sentito spesso parlare di “droni” in ambito civile, militare ma anche per effettuare consegne e video di ogni tipo. Quello dei droni è un fenomeno che va compreso, e che investe molteplici settori, tra i quali l’industria, l’economia, le spese militari, la sicurezza e molto altro. I droni sono dei piccoli velivoli senza pilota, comandati a distanza anche via satellite, che vengono usati attualmente per gli scopi più disparati, il cui termine, originariamente inglese, tradotto in italiano vuol dire “fuco”, il maschio dell’ape, il falso calabrone, che emette un ronzio molto forte. Come il ronzio, che, originariamente, emettevano i primi modelli di droni, appunto. Quel che è interessante è che, nonostante se ne senta parlare solo ora, i primi esempi di droni nella storia sono stati implementati nel 1849 dagli austriaci che usarono dei palloni caricati di esplosivo per attaccare Venezia. Oppure, più recentemente, dai tedeschi che, durante la II Guerra Mondiale, utilizzarono un tipo di drone per attaccare Londra. Oggi, non di rado, si parla di “guerra dei droni”. La tecnologia è indubbiamente di provenienza militare, ma è stata sdoganata e riadattata ad un impiego civile per ambiti molto diversi tra loro. Monitoraggio, sorveglianza, mappatura del territorio, protezione civile. I droni coadiuvano tecnici e personale specializzato in operazioni di messa in sicurezza del territorio, telesoccorso, rilevamenti fotografici, video riprese, cinema, ecc… ecco quindi che i droni rappresentano una realtà con la quale ci stiamo confrontando da pochi anni ma che col passare del tempo diventerà una consuetudine, paragonabile all’impiego di qualsiasi altro device utilizzato per lavoro, come il tablet, la macchina fotografica o il computer, permettendoci di arrivare dove l’uomo non arriva.