L’esame di maturità rappresenta il sigillo di un quinquennio di studi, che si apre, come di consueto, con la prima prova, un debutto tra sorprese e paure, che, per quest’anno, ha lasciato stupiti tutti con la proposta, tra le diverse tracce da svolgere, di una riflessione sulla tecnologia definita ‘pervasiva’, in cui la ricerca di nuove soluzioni e invenzioni rappresenta il motore di un radicale cambiamento antropologico, non più un mezzo, ma il fine stesso del ricercare, e l’obiettivo è il superamento dei limiti dell’umano e l’avvicinarsi al divino. È stata questa la traccia indicata dal Ministero per il saggio breve in materia tecnico-scientifica per la prima prova della maturità 2014, che, senza ombra di dubbio, è stata una bella prima prova di maturità, per il fatto di aver gettato luce sulla tecnologia nella sua espressione più ampia, iniziando ad inquadrarla come categoria evolutiva con un suo impatto sul genere umano. Forse mai più di oggi. Poteva sembrare complicato sviluppare un tema di questa portata, ma per i circa 500mila maturandi la parola d’ordine era solo mettersi in sintonia coi tempi in cui vivono, in un’idea di continuità con la vita che li circonda e con l’approccio dell’autocoscienza: l’uomo (loro, i maturandi) nell’età della tecnologia. I quattro brani proposti riprendono tre articoli pubblicati di recente sulle testate italiane ed un saggio, che, prescindendo dal il contenuto, sono di assoluta attualità, avendo ad oggetto i device di largo consumo dai maturandi 2.0, e che sempre di più avranno a che fare con i modi, i tempi e gli spazi del nostro metterci in relazione, di controllare la nostra salute e di organizzare la nostra vita. Non a caso, infatti, per “pervasivo”, si fa riferimento a qualcosa che tende a diffondersi ovunque e, in senso lato, qualcosa che arriva a prendere l’animo o la mente in modo completo. Quale aggettivo migliore, quindi, per definire la tecnologia, diventata nel corso degli ultimi anni sempre più presente nelle nostre vite? La tecnologia va avanti, mai così velocemente come in questo periodo, è noi rischiamo di rimanere indietro, la scuola rischia di restare ancorata al passato e sottovalutare questa rivoluzione. Da qualche anno computer, internet e tablet hanno fatto la loro apparizione nelle scuole italiane, e il web fornisce già da solo un importante strumento per l’apprendimento, una conoscenza senza limiti che deve però essere seguita, specialmente a scuola. Internet e la tecnologia non ci permettono soltanto di apprendere, ma anche a soprattutto di interagire, in uno scambio continuo e costante che non può che giovare alla formazione delle giovani menti. C’è da augurare ai #maturandi2014 di essere riusciti davvero a raccontare quello che vivono giorno per giorno sulla loro pelle: l’innovazione che li accompagna e che gli cambia il mondo.