1024px-Soyuz_TMA-19_spacecraft_departs_the_ISS-960x637Lo scontro politico/diplomatico tra USA e Russia ingenerato dalla crisi in Crimea ha raggiunto livelli letteralmente spaziali: infatti il Cremlino ha risposto alle sanzioni statunitensi esprimendo seri dubbi sul futuro della Stazione Spaziale Internazionale, affermando che verrà rigettata qualsiasi richiesta di “passaggio” per la ISS e per l’utilizzo delle stazioni GPS da parte degli Stati Uniti, dopo il 2020, oltre al blocco della vendita dei motori dei razzi di fabbricazione russa che servono per mandare in orbita i satelliti militari Usa. Il vice ministro russo Dmitry Rogozin ha detto che Mosca non ha intenzione di rinnovare oltre il 2020 la cooperazione con gli Stati Uniti sulla Stazione Spaziale Internazionale (dove tra l’altro sono presenti anche moduli di fabbricazione italiana): il punto è che lavorare a contatto con la Russia sull’Iss è obbligatorio, poiché le uniche navicelle per rifornire la stazione e dare il cambio agli equipaggi – con gli Shuttle ormai in pensione – sono le Soyuz. Gli Stati Uniti sperano di ripristinare i propri trasporti spaziali entro il 2017, ma tutto dipenderà dai fondi disponibili. La Russia ha minacciato anche di interrompere le consegne dei motori per i razzi Atlas V, usati per il lancio dei satelliti militari statunitensi. Il vice primo ministro ha spiegato che lo stop alla vendita dei motori russi è la risposta alla decisione Usa di sospendere la concessione di nuove licenze, e revocare quelle già autorizzate, per l’esportazione per ogni prodotto di alta tecnologia che può avere anche un uso militare. Il problema non sarà di semplice soluzione per gli Usa perché i motori russi MK-33 e RD-180 sono considerati i migliori sul mercato. L’ultima rappresaglia anti-usa riguarda lo spegnimento, a partire da giugno, degli undici ricevitori a terra del Gps americano sul suo territorio. Questo a meno che gli Usa non concedano la possibilità di posizionare nel loro Paese lo stesso tipo di antenne del sistema di navigazione russo, il Glonass.

La nuova guerra fredda si combatterà nello spazio?

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