Per chi, come noi, vive nei Paesi industrializzati e fa un uso quotidiano di smartphone e tablet, potrebbe sembrare impossibile che 1,5 miliardi di persone che vivono in zone arretrate del mondo sono ancora prive di elettricità. Le lampade al cherosene, finora utilizzate per illuminare in maniera economica queste zone del pianeta, costituiscono la primaria fonte luminosa, perché funzionano senza l’aiuto di elettricità o batterie, ma sono altamente inquinanti: la combustione della nafta, a fini di illuminazione, produce 244 milioni complessivi di tonnellate di anidride carbonica, ogni anno. C’è chi, comunque, cerca di far fronte a queste difficoltà con soluzioni tecnologiche di ultima generazione, tra le quali spicca l’idea di due designer londinesi che, ler conto della compagni Therefore, hanno progettato una lampada che funziona sfruttando la gravità. Si tratta di Gravity Light, una lampadina che funziona libera da spine o batterie collegate, alimentata “a gravità”, cioè attraverso una forza sempre a disposizione e di tutti; in pratica una certezza. Gratuita. Inesauribile. Il sistema di funzionamento è semplice e simile a quello di un orologio a pendolo con contrappeso: la lampadina si “carica” attraverso il movimento di un sacchetto appeso e riempito con nove chili di materiale. Quando il sacchetto si solleva, un meccanismo d’ingranaggi interni al dispositivo si mette in moto, il led si accende e fornisce energia per 30 minuti circa. Un’invenzione completamente pulita e verde. Per tutti.