Il tempo scorre, cambiano le mode e i modi di comunicare, ma il New York Times resta. Con una nuova veste: la popolare e affermata testata ha deciso di inaugurare l’anno appena arrivato “indossando” una nuova grafica, annunciata come il più grande cambiamento grafico in quasi dieci anni. La piattaforma dovrebbe rendere la navigazione più semplice e coinvolgente e sarà la base per lo sviluppo del sito. In particolare, la grafica più pulita è ottima per tablet e computer portatili, le pagine si caricano più velocemente e la ricerca dei contenuti è più efficiente. Il cambiamento era stato pre-annunciato lo scorso marzo, quando il prestigioso giornale aveva messo in rete alcuni esempi delle nuove pagine, sottolineando come questi miglioramenti consentono alla redazione di avere i migliori strumenti per la pubblicazione in tutte le sue forme digitali, con una parte rilevante dedicata ai video e alla fotografia. Oltre alla grafica, il restyling permetterà di avere un accesso veloce ai commenti e alla condivisione dei contenuti. Un altro punto di forza è la navigazione personalizzabile per gli utenti iscritti, che potranno scegliere direttamente dal menu quali argomenti seguire. Cambiamenti sul fronte delle pubblicità: saranno infatti lanciate le “native advertising”, un metodo pubblicitario sempre più usato sia negli Usa che in Italia, che prevede contenuti editoriali sponsorizzati dagli inserzionisti. Nonostante il “native ad” sia ormai considerata la nuova forma di introiti pubblicitari per le testate giornalistiche, rappresenta comunque un’incognita per quello che è indiscutibilmente il più grande giornale statunitense, oltre che il quotidiano di riferimento delle testate oltreoceano. La paura è infatti che questa nuova forma pubblicitaria infastidisca il lettore e gli faccia perdere fiducia nell’autorevolezza della testata. Un rischio che non è stato azzardato da un’altra testata autorevole come il Wall Street Journal e che addirittura si è opposto alla pubblicità, che sostiene avere il solo scopo di “rendere il lettore confuso su ciò che è notizia e ciò che è pubblicità”. Ad ogni modo non sembra sia il caso del New York Times che ovviamente ha preso tutte le precauzioni prima di fare un salto in avanti (che comunque non sarà un salto nel vuoto) per quanto riguarda la pubblicità. Un homepage senza colori e con un bianco-nero più simile alla prima pagina cartacea: un redesign che interessa tutto il mondo del giornalismo e va a intercettare alcuni trend che stanno caratterizzando il modo in cui ci informeremo online nell’immediato futuro. Che questo 2014 sia l’anno del ritorno ai contenuti?