La mobilità sostenibile è un concetto rivoluzionario, specie se su due ruote. Dopotutto, chi di noi non apprezza la praticità ed il senso di libertà che regala un bel giro in bicicletta, con quel suo carattere naïf, capace di adattarsi allo stile di ognuno?Ma sono molti, fra il popolo di ciclisti, coloro che non indossano abitualmente il caschetto protettivo, una sorta di guscio che va posto sul cranio, d più parti additato come scomodo, ingombrante, poco elegante. Ma se si indossasse al collo? È da questa idea che è nato Hovding, un “casco” invisibile che ci proteggerà dalle cadute, ideato da due designer svedesi, Anna Haput e Teresa Alstin. Questo rivoluzionario caschetto invisibile funziona come un airbag: ci sono voluti otto anni di ricerca per capire le dinamiche e gli effetti di un urto causato dall’impatto di un’auto con una bici: dopo innumerevoli simulazioni di bike crash è stato realizzato, anche in collaborazione con l’azienda produttrice di airbag Alva Sweden, quello che potenzialmente può essere definito come “il caschetto perfetto”. Hovding Helmet ha la forma di una sorta di scaldacollo, una sciarpa, se non un “collare”, comodamente mimetizzabile come un capo di abbigliamento. Proprio per questo può sembrare inesistente ma è in realtà utilissimo per proteggere collo e testa dai traumi. Al momento dell’impatto, il caschetto si apre come un airbag e forma uno scudo protettivo, un cuscinetto intorno alla testa. Quando l’airbag si apre ha la forma di un cappuccio, realizzato in tessuto nylon ultra strong che non si sgonfia né si buca a contatto con il suolo. Protegge quasi l’intera testa, lasciando libero lo spazio per la vista. L’area gonfiabile ricopre quindi una superficie notevolmente maggiore rispetto a un caschetto tradizionale ed è progettata in modo da offrire una protezione maggiore là dove è più necessaria. L’airbag inoltre garantisce l’assorbimento dell’urto in maniera soft. La pressione all’interno del “cuscinetto” rimane costante per alcuni secondi, in vista di più urti durante un singolo impatto. Indossare Hövding Helmet è semplicissimo: basta avvolgerlo intorno al collo e chiudere la cerniera sotto il mento. C’è uno switch elettronico che si attiva quando il caschetto è allacciato. Nella parte frontale, un LED indica il livello di batteria e lo stato on/off del dispositivo. Anche ricaricarlo è facilissimo tramite computer, utilizzando un cavo USB o un caricabatterie da cellulare con un connettore micro USB. Naturalmente, come in ogni innovazione, non mancano gli scettici: un casco invisibile che si indossa al collo, che si gonfia in caso di incidente non convince i fedelissimi del casco tradizionalmente inteso, specie se integrale. Per contro, l’idea delle due designer svedesi ha collezionato svariati premi e in più è stata chiamata in gioco da una compagnia assicurativa svedese. Pare anche che Hovding abbia superato i test della Comunità Europea garantendo dunque gli standard di sicurezza necessari. Si tratta di un casco conforme alla legge, che fornisce protezione tanto quanto qualsiasi casco standard CE. Di più: il crash test ha dimostrato che l’Hovding sarebbe anche migliore dei caschi standard. Infatti, il collare Hovding monta dei sensori di movimento, e quando i sensori laterali percepiscono un’attività anomala attivano un sistema riempitivo che gonfia il collare con gas elio rendendolo un casco protettivo e… soffice. Rispetto ai caschi standard, quindi, l’impatto con un Hovding risulta molto più morbido! Il massimo traguardo potrebbe essere il potenziamento e l’omologazione di questo sistema anche per motociclisti.