Il web è sempre più proiezione della società reale sulla rete, altro che realtà o piazza virtuale. Chi parla di fenomeno alienante o di eventuali rischi di progressiva perdita di contatto con la realtà, non tiene presente che la rete è fatta di individui in carne e ossa, più che di macchine e che la nuova tendenza social ormai sposata anche dai motori di ricerca, robot per eccellenza, sta esaltando sempre più l’importanza e il ruolo degli esseri umani, mettendoli al centro del processo di creazione, ricerca e fruizione dei contenuti.In quanto tale, ovvero in quanto proiezione della realtà, anche la rete sta invecchiando, come avviene nel mondo reale in quasi tutte le civiltà occidentali. Siamo abituati a sentir dire che l’Italia è una nazione dove la popolazione sta invecchiando, e in effetti circa il 20% degli italiani supera i 65 anni, mentre siamo fermi a meno del 25% per quanto riguarda gli under 25. Questo fa sì che il Bel paese sia lo stato più vecchio d’Europa, anche grazie al fatto che i nostri anziani stanno bene (dati dell’osservatorio nazionale sulla salute delle regioni italiane). Non c’è da stupirsi perciò se da anni la percentuale di “silver surfer” (ovvero persone della terza età che conoscono ed usano il web) è in continuo aumento.Lo mette chiaramente in evidenza una recente analisi, sottolineando che se nel 2000 gli over 55 online rappresentavano una piccola nicchia, nel corso del decennio si è registrata una progressiva crescita del numero di maturi e anziani online, che oggi costituiscono il 14% della popolazione online, ovvero 3.6 milioni di italiani. L’accelerazione più evidente si è verificata a partire dal 2007, anno in cui i “silver surfer” sono quasi raddoppiati.Non si tratta di un fenomeno esclusivamente italiano; la digitalizzazione degli individui adulti coinvolge anche paesi limitrofi, come la Francia, Gran Bretagna e Germania, in cui rappresentano più del 20% del totale. Più indietro la Spagna, in cui gli over 55 rappresentano ancora poco più del 10% del totale. In Italia naviga il 23% dei senior, poco più di 2 anziani su 10; si tratta di uomini, per il 66%, di alto profilo culturale ed economico (78% diplomati o laureati con reddito superiore ai 36 mila euro). Si tratta ancora di una nicchia, dunque, ma già rappresenta un buon target per le aziende.Cosa fanno i senior sul web? Leggono contenuti di informazione e di finance, ma sono interessati anche all’offerta eGovernment, con i contenuti e i servizi dell’Agenzia delle Entrate e dell’INPS, ad esempio. Quanto agli aspetti social, sono poco più di 3 milioni gli anziani che visitano blog, forum e social network, tra i quali Twitter sembra rappresentare il canale più in target insieme a Linkedin, a testimonianza di un approccio al web meno ludico rispetto alle altre fasce di età. Di questa nuova terza età 2.0 fa parte una donna ogni due uomini, a testimonianza forse che il pubblico femminile è ancora molto più incline ai rapporti personali e all’interattività nel mondo reale, piuttosto che in rete.Secondo analisi condotte negli states, uno dei fattori che hanno maggiormente contribuito al fenomeno della digitalizzazione in età adulta, si deve alla diffusione degli smartphone, la cui diffusione tra gli over 55 è in linea con quella delle altre fasce d’età e si attesta al 39%.Come sempre è bene essere prudenti, poiché la rete offre la possibilità di incappare in truffe, ma una volta aiutato l’anziano a capire l’uso sano di questo strumento, i risvolti positivi sono di gran lunga superiori ai disagi. L’anziano che accede ad internet ha di solito maggiori disponibilità economiche di un adolescente e non è sempre spaventato dall’e-commerce.Non arrabbiatevi se i vostri nonni vi chiedono per l’ennesima volta di insegnargli ad utilizzare internet: fate loro del bene (e lo fate anche a voi stessi)!!
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