innovazione éIl pioniere delle interazioni tra uomini e computer ha spiegato perché “le tecnologie digitali che noi creiamo sono essenzialmente degli artefatti culturali”. A dirlo è Bill Buxton, il “principal researcher” della Microsoft, che al Festival della creatività di Cannes ha tenuto una conferenza sul tema dell’innovazione.L’innovazione è guardare al futuro basandosi su ciò che si è imparato dal passato: il problema dell’ hi tech odierno è legato alla convinzione secondo la quale tutto sarebbe basato sulla creazione di oggetti nuovi, e che questo sia innovazione. In realtà è lo studio del passato che ci permette di estrapolare qualcosa da proiettare nel futuro. L’innovazione per Buxton, dunque, sarebbe una rinnovazione, che non cerca di avere novità ad ogni costo.Gli oggetti sono realmente innovativi solo se riescono a diventare rilevanti. Ne sono un esempio le tecnologie che rilevano la presenza umana e mettono in azione delle macchine. Questa è una tecnologia da tempo presente, basata su semplici rivelatori di prossimità, come le porte automatiche che si aprono davanti ai nostri occhi senza tirarle o spingerle. Ciò che deve essere compreso è che le tecnologie digitali che vengono man mano create sono essenzialmente artefatti culturali, e che, come la musica, la scultura, l’architettura, pongono al centro l’uomo: è l’essere umano la più importante tecnologia, poichè le nuove tecnologie devono adattarsi all’essere umano. “Molto spesso ci troviamo a pensare ai gadget, alle macchine, ai media, come a oggetti che possono cambiare le cose, ma questi oggetti hanno valore solamente se aumentano la forza delle nostre qualità umane. E troppo spesso lo dimentichiamo. La tecnologia non è buona, non è cattiva, ma non è nemmeno neutrale. Il nostro lavoro è quello di creare tecnologie che siano più sul lato delle cose buone che di quelle cattive, questo mette nella giusta cornice il nostro business, rendendolo migliore. Perché lavorare per le cose buone crea un economia sostenibile. Il contrario no”.