
1: le società di servizi di comunicazione social stanno distribuendo i dati privati alla NSA automaticamente, in blocco e/o su richiesta. Questa è stata la prima impressione dalla presentazione e dagli articoli sul Guardian/Washington Post, in combinazione con l’uso del termine “fornitore” da parte della NSA quando vengono nominate le nove società. Tuttavia, una reazione iniziale d’interesse da parte delle società in questione ha detto qualcosa di molto rilevante: “se questo accade, è senza che noi lo sappiamo o che abbiamo acconsentito”. Questo porta a l’opzione 2.
2: La NSA sta intercettando una serie di punti di giunzione chiave su Internet in tempo reale, e hanno filtri specializzati in tempo reale per estrarre le informazioni quando le persone usano i servizi delle nominate nove società di servizi social. Sappiamo già del fatto che Internet sia intercettato in tempo reale dai servizi segreti. Come quei dati siano utilizzati e analizzati, non tanto.C’è anche una terza opzione, che è la via normale per il tribunale per ottenere un ordine per tirar fuori dati privati su di un utente, che il New York Times ha ipotizzato sia il programma Prism:
3: Quando viene presentato un ordine giudiziario, le aziende rispettano la legge e presentano tante informazioni quante sono state legalmente richieste, ma non di più.
Tra queste, sembra che le opzioni 2 e 3 siano vere. L’opzione 1 non lo è. Ecco perché: potrebbe essere che le società summenzionate mentano inconsapevolmente? Cioè, sarebbe possibile per un amministratore di rete aver ricevuto una lettera segreta e un ordine da rispettare intercettazioni in blocco e non saperlo? No. Non sarebbe ipotizzabile con il volume di traffico e di richieste.