Recentemente, Google ha sviluppato un assistente di laboratorio basato sull’intelligenza artificiale, noto come “co-scientist”, per accelerare la ricerca biomedica. Questo strumento aiuta i ricercatori a identificare lacune nelle loro conoscenze e a proporre nuove idee, potenzialmente rivoluzionando il ritmo delle scoperte scientifiche. I test iniziali con esperti di istituzioni prestigiose, come la Stanford University e l’Imperial College London, hanno mostrato che l’IA è in grado di generare ipotesi e conclusioni in linea con recenti scoperte. Ad esempio, ha identificato un nuovo meccanismo di trasferimento genico per la resistenza antimicrobica e ha suggerito il riposizionamento di farmaci per la fibrosi epatica.

Questo strumento funziona utilizzando diversi agenti specializzati per generare, riflettere e rivedere idee scientifiche, recuperando informazioni da articoli e database pubblicamente disponibili. Questa innovazione evidenzia il potenziale degli strumenti di intelligenza artificiale nel trasformare la ricerca in vari settori, aiutando gli scienziati a tenere il passo con l’enorme quantità di dati in continua crescita nei loro campi.

Inoltre, Google ha sviluppato Gemini, un modello linguistico multimodale progettato per elaborare diversi tipi di dati contemporaneamente, come testo, immagini, audio e video. Annunciato durante il Google I/O del 10 maggio 2023, Gemini è nato dalla collaborazione tra DeepMind e Google Brain, successivamente fusi in Google DeepMind. Questo modello rappresenta un’evoluzione significativa rispetto ai precedenti modelli di linguaggio, con l’obiettivo di superare le capacità di strumenti come ChatGPT di OpenAI.

Questi sviluppi sottolineano l’impegno di Google nell’integrare l’intelligenza artificiale nel campo della ricerca scientifica, offrendo strumenti avanzati per supportare e accelerare le scoperte in vari settori.