L’italiana Eni, main partner di Triennale XXI, kermesse internazionale dedicata al design, e di Maker Faire The European Edition, la più grande fiera europea della robotica e dell’Internet of Things, ha portato in scena, negli scorsi giorni, “WE MAKE. Il futuro tra energia e innovazione“. Il nocciolo della questione si è fondato sui futuri scenari del design, dell’innovazione tecnologica, dell’energia e dell’artigianato digitale, portando sul palco in special modo il tema della stampa 3D, strizzando l’occhio al fenomeno dei big data e a quello delle start-up. WEMAKE si è infatti inserito all’interno di un calendario di appuntamenti sul “making” inaugurato da Eni con le tecnologie sul solare avanzato. Un percorso che culminerà nella prossima edizione della Maker Faire in scena alla Nuova Fiera di Roma dal 14 al 16 ottobre – attraverso l’esposizione di un portafoglio progettuale Eni dedicato non solo al mondo delle energie rinnovabili ma anche alle soluzioni IoT (Internet of the Things) per l’efficienza energetica (domotica, sostenibilità e sicurezza sul lavoro). L’assunto di partenza è l’energia del fare, e cioè la necessità di dare un impatto diretto e reale senza fermarsi alla dimensione virtuale o digitale. Il ponte ideale tra i due mondi è la stampa 3D, partendo dalla ferma convinzione che “se due persone hanno un pensiero, esso non appartiene a quello che lo ha avuto prima, ma a quello che lo ha avuto meglio“. Anzi diventa una creatura condivisa. Sono nati così progetti come Note fra le dita, lo spartito in rilievo che permette ai non vedenti di leggere le note musicali, +Tuo, i supporti che aiutano chi soffre di artrite ad aprire bottiglie o chiudere cerniere, il finestrino interattivo Window to the world o il sistema eye conductor, tramite il quale anche persone con scarsa mobilità possono suonare uno strumento attraverso lo sguardo e le espressioni facciali. Il nodo è individuare bisogni reali e specifici, poi la scalabilità arriva, in uno scenario in cui le persone sono il cuore del processo. La tecnologia diventa così lo strumento per raggiungere un fine e non il fine in sé. Poiché è chi la usa a darle un senso, anche attraverso la personalizzazione tipica delle opere di artigianato. Dispositivi come la stampa 3D e l’IoT sono entrate e stanno entrando nell’economia reale, nelle aziende e in quel Made in Italy che è spina dorsale della produttività del Paese, nel quadro più ampio del digital manufacturing, e di una vera e propria rivoluzione del modo di fare impresa. Dal digitale alla manifattura, dai bit agli atomi il passo è breve quando oltre alle scrivanie si hanno a disposizione anche gli strumenti di 3D printing. Insomma: create le smart cities, bisogna fare gli smart citizens. A partire dal rapporto tra uomo e macchina, che continua a cambiare e a evolvere. In un modo dinamico e controverso. Perché ricerca e innovazione tecnologica, oggi più che mai, rappresentano due elementi chiave della strategia di Eni che si muove nel segno dell’integrazione tra competenze tecnico scientifiche e approcci multidisciplinari, con l’obiettivo di rispondere con efficacia alle grandi sfide dell’industria energetica.