Il 2 maggio 1519, all’età di sessantasette anni, muore Leonardo da Vinci, uno dei più grandi geni che l’umanità abbia mai avuto, che ha incarnato lo spirito stesso del Rinascimento, periodo storico che ha regalato all’umanità importanti innovazioni tecnologiche, tra le quali, gli ‘alberi del sapere’ medievali che, in alcuni casi, avevano già riconosciuto la dignità scientifica della progettazione macchinale. Inoltre, gli album medievali di macchine illustravano spesso dispositivi che rientravano più che altro nell’ambito dei mirabilia, della raccolta di ingegni al limite del leggendario o del fantastico. Questa dimensione fantastica dell’immagine, pur non scomparendo del tutto nel periodo successivo, verrà però affiancata da una funzione e da un valore del linguaggio visivo di ben altra portata. Chi cercò di dare basi teoriche e scientifiche alla progettazione macchinale fu senza dubbio Leonardo Da Vinci. Il suo progetto, ambizioso e complesso, consistette principalmente in un’attività di ricerca che, nata in funzione della progettazione macchinale, tendeva ad assumere, nel corso degli anni, un carattere sempre più autonomo e puramente scientifico. Così, Leonardo dedicò buona parte del suo tempo alla progettazione macchinale e soprattutto a quella che, con termine moderno, definiremmo ricerca scientifica di base, ma a carattere autonomo, svincolata da una ricaduta concreta, progettuale, di tipo tecnologico o artistico. L’opera tecnologica e scientifica di Leonardo consiste in alcuni manoscritti e in numerose raccolte di fogli sciolti. La raccolta di manoscritti più numerosa è quella dell’Institut de France di Parigi (dodici esemplari, denominati A, B, C, D, E, F, G, H, I, K, L e M). Per quanto riguarda i fogli sciolti, il nucleo più importante è quello della Royal library nello Windsor castle in Inghilterra, mentre la Biblioteca ambrosiana di Milano possiede ciò che siamo soliti definire Codice Atlantico ma che di fatto è una raccolta di fogli sciolti realizzata alla fine del Cinquecento dallo scultore Pompeo Leoni. Ma studi di carattere tecnologico si trovano anche in altri manoscritti, come i due rinvenuti nel 1966 a Madrid nella Biblioteca nacional de España e ora noti come Manoscritto di Madrid I e Manoscritto di Madrid II; questi ultimi sono di fondamentale importanza per ricostruire l’opera tecnologica di Leonardo, perché il primo di essi contiene studi connessi con il progetto leonardiano di un trattato sugli elementi macchinali. Sempre facenti parte dell’ambito di ricerca tecnologico condotto da Leonardo Da Vinci, sono la statica e la dinamica, applicate da Leonardo direttamente e indipendentemente anche all’anatomia, al corpo umano e animale, per poi essere applicate in campo tecnologico, per esempio, in rapporto a quella progettazione delle macchine volanti che costituisce forse il filone tecnologico al quale egli si dedicò in maniera più continuativa nel corso della sua carriera, con uno sviluppo teorico assolutamente coerente con il resto della sua multiforme ricerca. Oggi, il mondo si serve ancora degli schizzi di Leonardo per creare tecnologie avanzate. La struttura del corpo umano è in realtà la vera fonte di ispirazione per i suoi disegni di base attraverso i quali sviluppare le varie strutture meccaniche particolarmente inusuali per quel tempo. Ma si sa: Leonardo era dotato di incredibili capacità intellettive che gli permettevano sempre di esprimere la sua notevole creatività che veniva messa al servizio della scienza. Oggi abbiamo visto come i suoi disegni continuano a influenzare la nostra tecnologia e non è difficile capire perché.