Arriva un’app per non vedenti targata Rizzoli: Alberto Rizzoli, nipote di Andrea, presidente dell’omonima casa editrice, ha ideato Aipoly, applicazione che funge da assistente intelligente in grado di far capire a persone con disabilità visive cosa li circonda attraverso una visione tramite il computer e un feedback audio. Dalla sua il progetto ha almeno tre punti di forza: oltre alla popolarità (e, perché no, al network) di Alberto Rizzoli, c’è la co-founder della società, Marita Cheng, 26 anni, precoce talento della robotica che nel 2012 è stata eletta Giovane australiana dell’Anno, e c’è la prestigiosa Singularity University, dove i due studiano e lavorano fianco a fianco. Co-fondata nel 2008 da Ray Kurzweil e Peter Diamandis, con il supporto di organizzazioni come Nasa e Google, la Singularity University, basata a Moffett Field, in Silicon Valley, seleziona ogni anno i migliori studenti da tutto il mondo con l’obiettivo di individuare i progetti e le idee in grado di cambiare il mondo. Le premesse per fare un buon lavoro ci sarebbero tutte, ma naturalmente sarà il mercato a giudicare se Aipoly è in grado di sfondare oppure no. Quanto al funzionamento dell’app, l’utente scatta dal proprio dispositivo una fotografia che viene automaticamente caricata sui server di Aipoly, dove viene analizzata e taggata, dopodiché una descrizione delle immagini contenute nella foto viene rispedita all’utente e letta ad alta voce attraverso un sistema text-to-speech. Il non vedente potrà così “vedere” con la mente forme, dimensioni e colori. Aipoly, quindi, permette ai ciechi di “vedere” cosa indossano i loro figli, riconoscere segnali stradali, trovare oggetti o anche poter fare un regalo a un amico senza bisogno di qualcuno che li aiuti nella scelta. In sostanza l’applicazione punta ad aiutare i non vedenti a costruirsi immagini mentali più circostanziate possibili. Al centro di questa soluzione c’è una tecnologia che sta prendendo sempre più piede, la machine vision o computer vision, che studia le reti dei neuroni utilizzati dagli esseri umani per identificare elementi all’interno di un’immagine. Potenziale mercato per l’applicazione sono le persone con disabilità visiva, anche se nulla vieta che in futuro l’applicazione venga utilizzata anche dai non disabili: lo sviluppo di questa tecnologia, infatti, ci porterà ad identificare e ricercare oggetti in casa o fuori come facciamo attualmente quando navighiamo in Internet. Oppure è ipotizzabile anche l’utilizzo dell’app da parte di bambini desiderosi di capire meglio lo scopo di certi oggetti. La giovane, che ha un Bachelor in Ingegneria e Computer Science all’Università di Melbourne, ha poi fondato e tuttora dirige 2Mar Robotics, una startup di robotica. I risultati di questo lavoro sono stati presentati in parlamento nell’ambito di un incontro sul futuro della formazione alla tecnologia e il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha accolto al Quirinale Alberto Rizzoli e Marita Cheng.