imageQuando si parla di simulatore di volo, il pensiero di ogni appassionato di tecnologia va’ a tutti quei programmi e videogame nati su Pc per simulare l’esperienza di pilotare un aereo, in maniera simile a quanto avviene con i più professionali e costosi macchinari per l’addestramento dei veri piloti. Ma l’idea di simulatore di volo elaborata a Zurigo va’ in un’altra direzione, molto più realistica e coinvolgente. A differenza di altri software che permettono di simulare voli a bordo in un caccia, infatti, Birdly, il simulatore di volo di Max Rheiner, docente di Interaction Design dell’Università d’Arte di Zurigo, permette di immedesimarsi in un uccello. È stato presentato al Sundance Film Festival e le reazioni sono state molto positive, dal momento che Birdly permette di spiccare il volo. Vediamo che insieme di cosa si tratta. In onore del motto del pioniere dell’aviazione tedesca Otto Lilienthal, riportato nella pagina web del progetto Birdly, secondo cui “inventare un aeroplano è una cosa, costruirlo è molto di più, ma volare è tutto“, Rheiner ha voluto cercare la soluzione per creare l’illusione giusta, e per fare ciò ha capito che è necessario essere coinvolti non solo a livello visivo ma anche corporeo. Perciò col suo team ha costruito una piattaforma mobile a forma di volatile su cui l’utente si adagia, come un novello Icaro, e dopo avere indossato il visore di realtà virtuale Oculus Rift è in grado di trasformarsi in uccello: la simulazione digitale che vede alternarsi panorami naturalistici a quello di metropoli come San Francisco è perfettamente collegata al movimento della piattaforma, in cui distesi a faccia in giù basta agitare le braccia per dare dei colpi d’ala e contrastare così le correnti d’aria che sono state ricreate per rendere il volo più realistico. Come se non bastasse l’immersione visiva, corporea e uditiva (si sente solo il brusio dell’aria e il movimento delle ali del volatile), Rheiner e i suoi studenti hanno anche attaccato alla postazione un ventilatore che spara sulla faccia dell’uomo-uccello folate più o meno violente a seconda del vento simulato dal computer, e un diffusore di essenze che cambiano in accordo al paesaggio che si sta sorvolando. Concepito come installazione ideata per girare fiere, festival ed eventi, Birdy dà un’idea delle potenzialità legate allo sviluppo prossimo della realtà virtuale, che il casco di Oculus e tutti gli altri visori prossimamente in arrivo sul mercato ormai permettono a basso costo. Una rivoluzione che lascia spazio alla fantasia di ingegneri, designer, artisti, creatori di mondi virtuali che renderanno possibile fare ciò che fino a ieri sembrava impossibile.