imageLa robotica sta facendo passi da giganti in ambito di intelligenza artificiale e, per questo motivo, non è raro vedere esemplari di automi venire utilizzati come elementi di compagnia con i quali parlare, allenarsi, giocare. Certo, non tutti i robot di oggi sono particolarmente esili e, quanto ad eleganza delle forme, lasciano alquanto a desiderare: una bambina, per intenderci, difficilmente li troverebbe piacevoli a vedersi. La Mattel, ben conscia di questo, e tanto per restare al passo con i tempi, ha realizzato una versione smart della sua bambola principale, dandole il nome di “Hello Barbie”. La bambola platinata per eccellenza, all’età di 56 anni si evolve, si fa high-tech e ha addirittura un cervello, appare meno snella del solito e ha forme decisamente “curvy”: non è un caso, né è frutto dell’impegno della Mattel contro la moda della magrezza assoluta. Semplicemente Hello Barbie è “farcita” di microchip che la rendono smart e in grado di parlare, a tono, con l’utilizzatrice del caso. Innanzitutto, nella collana, è posto un microfono che registra le domande della bambina: le risposte, in questo caso, non vengono fornite a caso da un disco pre-registrato interno alla bambola. No. Le domande vengono prima registrate e poi, grazie al wireless, inviate in remoto ai server della ToyTalk che, dopo averle convertite in testo, sceglie – tra 8000 opzioni disponibili – la risposta più adatta. Per la bambina che possiede Hello Barbie sarà quasi come giocare con una bambina vera, non ne dubitiamo, ma i genitori – in America – non hanno accolto con particolare entusiasmo la tecnologia che è alla base di Hello Barbie. Nello specifico, la CCFC, Commercial-Free Childhood, si è lamentata per il carattere origliatorio di questa bambola che registra tutte le domande delle bambine e le invia, in remoto, alla ToyTalk. Non solo, secondo la CCFC, Hello Barbie sarebbe anche indiscreta: se, ad esempio, una bambina esclama che ama il cibo, la bambola chiede subito che tipo di cibo mentre, se si parla di interessi, la bambola parte con l’interrogatorio su cosa piaccia alla padroncina come interessi, gusti, ove ami andare in vacanza etc. Un quarto grado vero e proprio, verrebbe da dire a qualcuno. Giustamente l’associazione in questione, sempre attiva nel tutelare i diritti dell’infanzia, si chiede come vengano, poi, usati questi dati una volta finiti nei server della Toytalk: è facile pensare, infatti, che gli stessi andranno a costituire un grande database, onde fornire proposte commerciali mirate. Mattel e ToyTalk, intanto, si sono pronunciate sui timori che girano sulla propria bambola indiscreta e hanno precisato che le registrazioni effettuate sono protette e che non verranno mai condivise con altri partner. I genitori, inoltre, possono attivare – disattivare l’account della bambola in qualsiasi momento. Dopotutto, anche i social network utilizzano i nostri dati per finalità promozionali, il che ci porta a chiederci perché non possano farlo anche delle (innocenti?) bambole.