imageL’esposizione mondiale di questo 2015 è terminata il 30 ottobre scorso e molte sono state le ipotesi formulate sulle sorti dell’area dell’Expo milanese, che, a quanto sembra, diventerà un polo internazionale di ricerca e tecnologia applicata, in cui far interagire tra loro discipline diverse, dall’alimentazione alla robotica allo studio dei genomi del cancro, ponendo al centro l’essere umano. Alla regia di questa operazione c’è nientemeno lo scienziato Roberto Cingolani, direttore dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) con sede a Genova. Il punto di forza di questa visione è quello di mettere insieme aree e gruppi di interesse scientifico che operano anche con tecnologie simili però in domini completamente diversi, come in un grandissimo puzzle globale che, se dovesse riuscire, rappresenterebbe un esempio, uno standard che potrebbe essere seguito a livello mondiale. L’idea di partenza, quindi, è che il nostro possa divenire un paese leader nell’esistenza dell’essere umano, un grande laboratorio che fa molta tecnologia per manifattura e robotica perseguendo il fine della salute e della sopravvivenza della specie umana, innalzando l’aspettativa di vita, migliorando i processi di invecchiamento ed i luoghi in cui questo è insediato. Questi obiettivi si possono raggiungere il un solo modo, ovvero conoscendo le tecnologie che servono alla previsione di ciò che ci accorcia la vita (tipicamente cancro, e neuro degenerazione che ci peggiora l’invecchiamento) unitamente alle tecnologie al servizio di ciò che c’è intorno per rendere questa vita migliore, quindi riabilitazione robotica, cibo e nutrizione. Questa idea, mai pensata prima, si ricollega ad Expo Milano 2015, e specialmente perché rappresenta un investimento sul made in Italy, tecnologicamente fattibile con uno sforzo che richiederà l’aiuto di tutti. E rappresenta una grande opportunità per tutti gli italiani e per tutto il mondo!