Il termine “Tecnologia 4.0” suscita entusiasmo e curiosità nel settore high-tech, specie in quello specialistico dell’automazione. Dopo l’invenzione del motore a vapore, della catena di montaggio e del computer, l’introduzione dell’impiego delle tecnologie basate sul Web è considerata la prossima, inevitabile, straordinaria conquista. Alla base vi è l’idea di collegare in rete tutti gli impianti e le macchine in modo da poterli gestire e controllare tramite tecnologie Web. Attraverso una gestione “intelligente”, persone, macchine e stabilimenti saranno in grado di soddisfare le richieste più esigenti. Stiamo parlando, quindi, di un processo evolutivo che porterà ad una completa automazione. Insomma, sembra proprio che la prossima rivoluzione la vivremo tra impianti e scrivanie. Quello che tablet, smartphone e, più in generale, le applicazioni del concetto di “mobile” hanno fatto allo stile di vita delle persone, l’Internet of Things (ormai Internet of Everything) lo farà anche ai processi di business delle imprese. Imponendo cambi di paradigma che investiranno ogni singolo aspetto dell’esperienza lavorativa. Ci muoviamo verso un mondo dove tutto è connesso, accessibile e tracciabile, dove ogni oggetto produce informazioni che possono essere trasmesse e monitorate in tempo reale. E lo facciamo in fretta: Il 5G è all’orizzonte, l’Industria 4.0 non è più solo un progetto, viviamo ogni giorno con la testa nel cloud. È il futuro non troppo lontano in cui fabbriche senza uomini e computer al posto di cervelli umani prenderanno il sopravvento. No, non è (più) fantascienza, ma il frutto della società 4.0 che inizia a prendere forma nella grande crisi economica, un futuro che è già certezza negli Stati Uniti. Il ciclo del lavoro dell’industria 4.0 è snello, più flessibile e potenzialmente anche più produttivo delle alienanti catene di montaggio che, nel 1800, hanno reso l’uomo una macchina. Le macchine del Terzo millennio, trasformate dall’uomo in umanoidi, eseguono e sono anche in grado di programmare istruzioni per prodotti qualitativamente perfetti: inventate e guidate da pochi uomini, ragionano secondo le leggi della cibernetica, elaborando sistemi di big data. La cartina di tornasole dell’efficienza di questo mondo artificiale sono le meraviglie a basso costo prodotte dalle stampanti in 3D. Poi, in prospettiva, le reti tra macchine intelligenti e tra fabbriche digitalizzate: un mondo meno naturale e spontaneo, immensamente più complesso e interconnesso delle filiere tradizionali. La gestione si basa sulla conoscenza: nel momento in cui a previsioni, proiezioni e rendicontazioni si sostituiscono i dati reali, ogni cosa è destinata a cambiare.