Accade a tutti, quando stiamo visitando una città o un panorama mozzafiato, di immortalare in nuovi scatti ciò che si erge ai nostri occhi, e non è raro vedersi formare vere e proprie file di “fotografi” che desiderano sfruttare l’inquadratura migliore. Sempre la stessa, con il risultato di una serie di foto uguali che vengono poi pubblicate sui social, stampate o ammirate dai propri autori con particolare orgoglio. Ma, da oggi, la vostra fotocamera potrebbe ribellarsi a questo modus agendi del turista tipo. A voler porre fine a questo dilagare di copie fotografiche è il designer danese Philipp Schmitt, studente di Interaction Design in Germania, al quale va riconosciuta la paternità di Camera Restricta, che, con il suo aspetto che rievoca la prima tipologia di macchina fotografica, vuole porre fine alle copie delle copie di Colosseo, Torre Eiffel e Statua della Libertà. L’obiettivo è quello di impedire al turista che si improvvisa fotografo di scattare foto banali, troppo usate ed abusate, e di cui se ne trovano in gran quantità all’interno dei vari motori di ricerca. Camera Restricta è un concept prototipale decisamente arguto che, più che volersi trasformare in prodotto per il mercato consumer, vuole far ragionare i suddetti fotografi prima di premere sul pulsante di scatto. Gli algoritmi delle fotocamere tradizionali riescono a ottimizzare le impostazioni dello scatto o individuare eventuali volti o espressioni facciali presenti nell’inquadratura. La nuova fotocamera di Schmitt aggiunge una nuova funzionalità: dispone di GPS e di connessione ad internet e, attraverso l’analisi dei dati ottenuti, impedisce all’utente di portare a termine l’esecuzione della fotografia. Il prototipo valuta in un primo momento le coordinate geografiche e poi effettua una comparazione fra l’immagine dell’inquadratura con quelle disponibili online e “geotaggate” nelle vicinanze. Quando trova delle immagini simili con dati combacianti una grossa croce rossa impedirà di portare a compimento lo scatto. Ma come funziona esattamente Camera Restricta? Il prototipo si basa sostanzialmente su un corpo stampato in 3D dall’aspetto piuttosto artigianale che ingloba una scheda elettronica per manovrare l’otturatore, mentre uno smartphone gestisce GPS e connessione dati, oltre che fungere da display. Il cellulare esegue anche una web-app in grado di analizzare i contenuti da Flickr e Panoramio, valutando tutte le foto scattate nel raggio di circa 35 metri. Se il numero è oltre una certa soglia, una fotocellula montata davanti allo schermo manda un segnale ad un microcontrollore che blocca l’otturatore e impedisce lo scatto. Una tale funzionalità potrebbe essere implementata lato software su qualsiasi smartphone in commercio, senza dover disporre quindi di hardware aggiuntivo. L’obiettivo? Sempre lo stesso: evitare di riempire internet con foto tutte uguali, e dare quella soddisfazione in più quando si riesce a creare qualcosa di creativo e, soprattutto, di veramente unico. Prepariamoci quindi ad un invasione di fotografie uniche, che impediranno l’esubero di immagini digitali generiche.