imageOggi vogliamo tuffarci nel passato, andando alla (ri)scoperta del primissimo computer mai esistito: stiamo per introdurvi il meccanismo di Antikythera, noto anche come Macchina di Anticitera, uno dei dispositivi meccanici più sorprendenti provenienti dal mondo antico: basti pensare che il complesso di ingranaggi in bronzo e quadranti di visualizzazione precede di ben 1000 anni altri esempi noti di tecnologia simile. Decenni di ricerca e tutta la tecnologia disponibile non ne hanno ancora decifrato compiutamente il funzionamento, lasciando un alone di mistero attorno alle funzioni cui il meccanismo di Antikythera era preposto. La sua “messa in moto” generava da una maniglia collegata ad un sistema di oltre 30 ruote dentate e, anche se non era programmabile nel senso moderno del termine, alcuni ricercatori l’hanno definito il “primo computer analogico“. Gli ingranaggi sono stati accoppiati ai puntatori posti sulla parte anteriore e posteriore del meccanismo, i quali mostrano la posizione del Sole, della Luna e dei pianeti mentre si muovono attraverso lo zodiaco. Ciò che impressiona è la metodica precisione con cui Antikythera riusciva a prevedere le eclissi solari e lunari. Di certo è che il dispositivo comprendeva anche un quadrante concepito appositamente per indicare quale dei giochi ellenici avrebbe avuto luogo ogni anno, comprese le Olimpiadi che si verificavano ogni quattro anni. Chi è dove possa essere stato costruito il meccanismo ancora non ci è dato sapere, anche se, a parere di molti esperti, la sua raffinatezza suggerirebbe che la sua concezione sia stata quantomeno influenzata da alcuni grandi scienziati greci, forse Archimede, Ipparco o Posidonio. Dopo le nuove ricerche gli scienziati sono riusciti a trovare una citazione di Cicerone che aveva attribuito la creazione di questo dispositivo ad Archimede. Se questo meccanismo è stato utilizzato per determinare le fasi della Luna e del Sole, per determinare la posizione delle stelle, tralasciando la soluzione degli elementari problemi aritmetici, è considerato l’antico predecessore dei computer moderni. Non aveva lo schermo a cristalli liquidi e la tastiera, ma era in grado lavorare con logaritmi e aveva un’elevata precisione, sopratutto per i campioni di macchinari risalenti al I secolo a.C. Recentemente, una nuova analisi del quadrante che si trova sul retro del meccanismo ha fornito un nuovo indizio per la soluzione di uno dei puzzle più intriganti della storia. Christian C. Carman, storico della scienza presso l’Università Nazionale di Quilmes in Argentina, e James Evans, fisico dell’Università di Puget Sound di Washington, hanno scoperto che i modelli di eclissi del dispositivo si adattano a quelli elaborati dai babilonesi. La previsione delle eclissi da parte del meccanismo di Antikythera, infatti, non si basa sulla trigonometria greca, che non esisteva al momento della sua costruzione, ma sui metodi matematici babilonesi. Dunque, o i greci hanno mutuato le osservazioni astronomiche dei popoli mesopotamici, oppure il meccanismo proviene direttamente dalla Mezza Luna fertile. Da quando le nuove informazioni hanno cominciato ad emergere sul meccanismo di Antikythera, alla data odierna non è stato trovato alcun dispositivo simile, ma sono state prodotte numerose pubblicazioni, repliche e simulazioni al computer, persino un modello realizzato con il Lego, che ha deciso di riprodurre il famoso meccanismo di quello che è da tutti considerato il più antico “computer” del mondo.