Un’innovazione tecnologica senza precedenti quella apportata dai droni, protagonisti di una rete di aeromobili che stanno creando tutta una serie di apparecchiature robotiche per portare a termine missioni sia sopra che sott’acqua. I droni, che in questo caso assomigliano più a velocissimi motoscafi, sono già molto richiesti, dato il potenziale di questa tecnologia davvero promettente. La Marina di ogni paese e l’industria navale utilizzano già da qualche anno droni aerei e sottomarini per operazioni di pattuglia, ricognizione e vigilanza, in particolare per monitorare porti e terminal; inoltre, i droni marini fanno sì che le imbarcazioni non possano ormeggiare evitando molti incidenti e garantendo efficienza in caso di problemi o incidenti nei dintorni, specie per quelli che occorrono sulle coste delle isole disabitate. I droni possono essere utilizzati anche per acciuffare i pirati, costituendo una buona strategia, soprattutto considerando l’alta percentuale di episodi di pirateria nei dintorni delle coste somale. Inoltre, i droni-scafi possono servire in operazioni di conservazione delle specie marine. Infine, sono ottimi per mettere a punto operazioni di sorveglianza su piattaforme petrolifere e impianti di perforazione: le compagnie petrolifere e del gas hanno bisogno di accedere ai dati ottenuti dai rilevamenti ambientali effettuati lontano dalla costa e i droni possono inviare tali informazioni in tempo reale, tra cui dati di eventuali perdite di petrolio in mare, informazioni meteorologiche e comunicazioni direttamente da sotto il livello del mare. Qualche tempo fa il team di sviluppo Blue Ocean di Rolls Royce ha annunciato di voler progettare navi cargo guidate da droni, sostanzialmente perché assumere marinai che si occupino della nave implica costi per migliaia di dollari al giorno (circa la metà dei costi riguarda proprio gli stipendi) oltre ai rischi di incidenti in mare e i droni potrebbero risolvere anche questo problemi. Ma non è tutto: i droni marini possono anche aiutare l’uomo a tenere sotto controllo la salute degli oceani in modo sicuro ed ecologico: a questo ci ha pensato l’azienda nipponica Eco Marine Power (EMP) progettando il primo drone marino autosufficiente, in grado di muoversi nei mari con la sola forza dell’energia solare e senza l’ausilio di alcun pilota. Aquarius, questo è il suo nome, è dotato di un sofisticato sistema di sensori collegati a un computer di bordo. La sua forza sta però nei pannelli fotovoltaici flessibili e resistenti alla salsedine che ricoprono quasi completamente la superficie, convogliando l’elettricità prodotta in un pacco di batterie agli ioni di litio. Il catamarano è inoltre dotato di un apposito allaccio rapido plugin che gli permette di essere ricaricato anche via nave o terra. Il drone potrà essere pilotato da una grandissima distanza e raggiunge una velocità di crociera di 6 nodi, grazie al mix di composti leggeri e alluminio con cui è stato costruito. Un po’ aereo e un po’ scafo intelligente, questo «veicolo marino superveloce», come potete vedere, si può impiegare non solo per operazioni militari, ma anche per risolvere davvero tanti problemi che affliggono imprese e turisti. Ciò fa ben sperare e ci fa pensare a varie ipotesi circa il futuro della tecnologia!