Non tutti lo conoscono, ma tutti quelli che ne hanno sentito parlare maturano una forte curiosità: si chiama Deep Web, quella porzione di Web letteralmente “sommersa”, teatro delle più svariate attività, da quelle illegali (come la vendita di documenti falsi) ad altre molto più “tranquille”. Un universo parallelo i cui confini sono sconosciuti (e probabilmente inconoscibili) e in cui le regole non esistono. Immergersi in questo universo, la cui grandezza stimata è circa 500 volte il Web visibile e in cui i motori di ricerca come Google a nulla servono, comporta l’attraversamento di una porta oltre la quale il confine della legalità è molto labile e i pericoli sono a portata di click. Questi siti nascosti, che non si trovano facendo delle normali ricerche in Google, possono essere raggiunti unicamente sfruttando la rete di anonimizzazione TOR (acronimo di The Onion Router), un sistema di anonimizzazione gratuito che permette di nascondere il proprio indirizzo IP e la propria identità in Rete. Per capire meglio cosa rappresenti il Deep Web, il sinonimo proposto è quello dell’iceberg: ciò che si vede è solo la parte emersa, una porzione piuttosto grande di ghiaccio che si erge sulla superficie dell’oceano; tutto il resto — cioè ciò che si trova al di sotto — si può solo immaginare. Ecco, per il Web vale la stessa cosa: ciò che si vede in superficie, il Web visibile, è ciò che i motori di ricerca tradizionali, quali ad esempio Google, sono in grado di indicizzare. Al di sotto c’è praticamente di tutto, dalle pagine dinamiche ad accesso riservato — mail, home banking per citarne alcuni — fino a siti dedicati al commercio di armi, droga ed esseri umani, dai database di studi scientifici, accademici e documenti governativi fino a forum pedopornografici o siti per commissionare omicidi. La moneta corrente è il bitcoin, metodo di pagamento virtuale e molto fluttuante con cui si può comprare veramente qualsiasi cosa. Il Deep Web, come tutto il mondo reale, non è né buono né cattivo, ma semplicemente immenso e in gran parte sconosciuto, dove è possibile trovare il più depravato degli psicopatici e il più geniale degli scienziati. Anche per questo stanno nascendo sempre più servizi e strumenti per cercare, frugare e monitorare quello che accade nella Rete internet più profonda. L’ultimo in ordine temporale è il sito (accessibile sulla Rete normale, in chiaro) DNStats.net, che intende controllare quanto accade in un comparto specifico delle darknet, quello dei mercati neri, per monitorarli e conoscerne il funzionamento. Esistono anche alcuni motori di ricerca che cercano di gettare luce su questa internet oscura. Uno di questi si chiama Ahmia.fi, lo gestisce lo sviluppatore finlandese Juha Nurmi, e indicizza circa 1300 siti nascosti sulla rete Tor. A quanto pare, il più popolare fra questi è un pessimo sito che si è trasferito nel profondo abbastanza di recente, Pinkmeth, che raccoglie materiale a sfondo sessuale. Ma ci sono anche tanti forum di discussione, siti di attivismo, di informazione, luoghi dedicati a strumenti per l’anonimato e le criptomonete. Insomma, farsi un’idea su quello che si può trovare sul Deep Web non è impossibile e, qualora vogliate addentrarvi in questo universo parallelo, fatelo con giudizio.