imageQuando si parla di mela, il riferimento è sempre quello: Steve Jobs e la sua Apple, la mela per antonomasia. Ma da dove origina questo curioso logo che poco o nulla ha a che fare con il frutto della conoscenza? La storia si confonde con la leggenda: dall’essere il frutto preferito del fondatore, all’omaggio alla casa discografica dei Beatles, la “Apple Records”; o ancora, per una ragione puramente alfabetica: apple viene subito prima di atari, la compagnia per cui Jobs lavorava prima di fondare la sua. Una volta scelto il nome si dovette procedere a dotarlo di immagine, progetto che, dalla nascita di questa compagnia, nel 1976, vide l’impiego di ben tre loghiIl primo logo venne disegnato da Ronald Wayne, nel 1976, il quale propose un elaborato disegno in bianco e nero simile alle vecchie etichette americane, più adatta ad altri usi sul mercato, che non a rappresentare un’azienda di computer. In questo primo logo appare Newton, seduto sotto un albero a leggere, circondato dalla scritta “Apple computer & co. – Newton: una mente che solca i difficili mari del pensiero”. Nonostante l’induscusso valore artistico dell’opera, Jobs lo scartò immediatamente, per il suo essere troppo elaborato e poco professionale. Per il secondo logo, Jobs incaricò Rob Janoffuno dei più creativi disegnatori di quegli anni, padre dei loghi di IBM, FedEx, Volkswagen e CNBC. Janoff cercò ispirazione nella materia prima: si recò al supermercato e comprò una mela per ogni varietà che riuscì a trovare. Dopo qualche settimana di progettazione si presentò da Jobs con il disegno di una mela monocromatica, con un morso laterale. A Jobs l’idea piacque, ma chiese a Janoff di rendereil disegno più colorato, in modo da “umanizzare” l’azienda. Fu allora che nacque il secondo marchio Apple: la mela arcobalenoQuesta è la storia ufficiale, e come tutte le storie ufficiali presenta un’alone di mistero. Si dice infatti che Janoff disegnò la mela con il morso in omaggio ad Alan Turing, uno dei pionieri dell’informatica, suicidatosi mordendo una mela che lui stesso aveva avvelenato con del cianuroPiù recentemente c’è stato chi si è dedicato allo studio dei numeri aurei, dichiarando che le proporzioni della mela rimandano alla sequanza di Fibonacci, ma è stato provato che seguendo le linee delle proporzioni si possono trarre numerose altre conclusioni. A metà degli anni 90, Steve Jobs decise di apportare diversi cambiamenti, logo compreso. L’arcobaleno appariva un po’ obsoleto, e i pubbicitari confermarono che la apple era certamente più associabile alla mela che non ai colori. Si iniziò quindi a studiare un logo che mantenesse la mela, ma che giocasse sui toni del bianco, grigio e nero. I loghi proposti diedero subito un’immagine più seria e professionale dell’azienda, non solo: dopo anni passati a cercare di ricreare le esatte tonalità di colore colore presenti nel logo precedente, il bianco / nero /grigio risultavano adattabili a qualsiasi formato e disegno. Il terzo logo, quindi, quello della nuova era, inizò ad essere utilizzato nel 1998, subendo ben poche variazioni dal logo principale. Nell’ultima decade infatti poco è cambiato della mela monocromatica e solo tre sono state le varianti. Una è la più nota, in bianco e nero; una è la versione aqua, in azzurro, che si utilizzò tra il 2001 e il 2003 in coincidenza del lancio di Mac OS X; l’ultima è la versione glass, completamente grigia, utilizzata dal 2003 ad oggi. “Per me, uno dei misteri più grandi è il nostro logo, simbolo del peccato e della conoscenza, morsicato, attraversato dai colori dell’arcobaleno in ordine sbagliato. Non si potrebbe sognare un logo più appropriato: peccato, conoscenza, speranza e anarchia“. È con queste parole che Jean-Louis Gassée, manager della Apple in Francia, definì quello che sarebbe diventato uno dei loghi più iconici e riconoscibili della storia.