Parigi, 22 marzo 1895: i fratelli Lumière organizzano la prima proiezione privata di un film. Il cinema, al pari dell’essere umano, ha avuto le sue tappe evolutive che sono passate per il sonoro, il colore fino all’applicazione del computer e all’utilizzo del 3D di ultima generazione all’interno di pellicole. Alle sue origini, il cinema nasce come mezzo tecnico, cioè come cinematografo. Col passare del tempo a questa componente tecnologica se ne aggiunse una artistica che fece dello strumento tecnico la cosiddetta Settima Arte. Queste innovazioni sono state parte integrante dell’evoluzione del cinema, tant’è che, oggi come oggi, siamo ormai assuefatti all’uso e abuso di effetti speciali, sempre maggiormente affinati grazie all’evoluzione della tecnologia, la creazione di nuovi software e di processori sempre più potenti a disposizione dei registi, che possono contare su una libertà creativa inimmaginabile agli albori del cinema, quando l’unico effetto speciale era dato dallo stupore di un pubblico ingenuo ed entusiasta per un mezzo in grado di dar corpo all’immaginazione e di fabbricare sogni in celluloide, capaci di far vivere a chiunque grandi amori e avventure mozzafiato al costo di un biglietto d’ingresso. Il primo ad essere premiato con un Oscar per gli effetti visivi fu Stanley Kubrick seguito dal leggendario capitolo della saga di George Lucas, Star Wars, la cui produzione regalò al mondo scientifico una sferzata di creatività e tecnologia semplicemente riprendendo a bassissima velocità miniature e modellini in scala, così da creare l’illusione di imponenti astronavi in movimento nello spazio. Saltando ai giorni nostri, è stato il capolavoro Avatar a scandire una tappa importante per quel che concerne effetti visivi e tecniche di ripresa: entrato in sviluppo nel 1990, è stato ritardato per consentire alla tecnologia di rendere al massimo la sua visione, e, per processare l’enorme quantità di dati, è stato creato da Microsoft un sistema di Digital Asset Management ( DAM) di nome Gaia. Altra innovazione inscenata da Cameron è stata quella di creare il miglior 3D nativo mai visto su schermo, sfruttandone la profondità. Tutta questa evoluzione tecnologica è condensata nell’espressione cinema digitale, o D-Cinema, riferita all’uso, per il grande schermo, della tecnologia elettronica digitale per la realizzazione, distribuzione e proiezione di opere cinematografiche, senza impiegare la classica pellicola di celluloide per registrare il flusso audiovisivo, ma telecamere che codificano il segnale audiovisivo analogico in un insieme di dati. Tuttavia, a ben 120 anni dalla prima produzione privata di film, nonostante questa continua ascesa della tecnologia in campo cinematografico, oggi assistiamo ad una crisi del settore, continuamente minacciato da televisione, home video ed internet, che rendono i film disponibili gratuitamente ed immediatamente. E mentre auguriamo un buon genetliaco alla riproduzione cinematografica, staremo a vedere se lo sfruttamento della tecnologia digitale riuscirà a risollevare le sorti del cinemascope!